Iconological description
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Maria Luisa Tadei presenta da alcuni anni dischi riproducenti la propria retina oculare come simboli di un arcano linguaggio, cercando un ponte fra una dimensione naturale dell'esistenza ed una più alta spiritualità. L'artista considera l'occhio come" soglia dell'anima"e pone molta attenzione agli aspetti dell'ambiente, delle forme circostanti e della luce. Claudio Spadoni rileva nelle sequenze di questi dischi, somiglianti a pianeti, un rimando al cosmo e, contemporaneamente, un accenno di inquietudine, di qualcosa di ignoto che richiama gli spazi siderali sconfinati (NO BORDER 2001, p. 40).
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