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Chiesa di Santa Maria Assunta, Torcello - Decorazione musiva parietale

1 F 41 22 1 : 11 F 71 1 : 11 P 31 13 (ELIODORO) : 11 I 3 : 73 A 52 1 : 11 D 26 1 (+3) : 11 D 32 21 (+3) : 11 H (GREGORIO) : 11 H (MARTINO) : 11 H (AMBROGIO) : 11 H (AGOSTINO) : 11 D 13 11 (+3) : 73 D 64 1 : 11 U 1 : 73 D 9 : 11 U 4 : 73 G 21 : 11 G 18 31 (+4) : 11 F 23 1

Iconographic description

Nel catino dell'abside centrale è presente, su un elegante suppedaneo, la Vergine Odighitria, vestita di un manto blu e di maphorion; tiene sul braccio sinistro il Cristo bambino benedicente, il quale, a sua volta, reca nella mano sinistra un volumen. Separata da un'iscrizione, al di sotto della Vergine, c'è la teoria degli Apostoli, anch'essi, come la Madre di Dio, su fondo aureo. Vestono tunica e pallio e poggiano i piedi su un verde prato fiorito; sono riconoscibili non solo dagli attributi, quali le chiavi di san Pietro o la croce astata di sant'Andrea, ma anche per l'iscrizione sopra il loro capo; alcuni hanno la mano destra in atto benedicente, altri recano un volumen aperto, altri chiuso. La teoria degli Apostoli è interrotta, al centro, da una finestra, sotto la quale è raffigurato il vescovo Eliodoro. Nei pennacchi dell'arco trionfale è visibile l'Annunciazione: l'Arcangelo Gabriele, presentato di tre quarti, si rivolge alla Vergine, che, avvolta in un manto azzurro, è intenta a filare. Nella decorazione scomparsa del timpano est era presente un clipeo con il busto di Cristo Emmanuele sorretto da due angeli. Nell'abside destra la figura principale è il Cristo Pantocrator. Il Redentore, barbato, è raffigurato su un trono con cuscino purpureo, ha i piedi su un suppedaneo ad opus pavonaceum, la mano destra in atto benedicente, mentre con la sinistra tiene un libro chiuso; si trovano ai lati due arcangeli dalle vesti suntuose, Gabriele e Michele, ciascuno con un labaro in una mano e un globo crucisignato nell'altra. Sotto il Redentore corre un'iscrizione che inneggia alle nature del Cristo e che lo separa dai quattro dottori della chiesa raffigurati nella parte inferiore: san Gregorio, san Martino, sant'Ambrogio e sant'Agostino. La volta è suddivisa in quattro vele da festoni floreali e tralci d'acanto che si dispiegano in volute con animali e uccelli; all'interno di un clipeo, sorretto da quattro angeli biancovestiti, due a figura intera e su un globo, due a mezza figura, è presente l'agnello mistico, con la testa rivolta all'indietro e nimbo crucisignato. Nella controfacciata è raffigurato su differenti registri il Giudizio Universale. Nella zona cuspidata è visibile la Crocefissione: il Cristo è fiancheggiato dalla Vergine e da Giovanni. Nel primo registro è raffigurata l'Anastasis. Cristo, con una croce astata nella mano sinistra, spalanca le porte dell'Ade e calpesta un demone, quindi trae fuori dal Limbo Adamo, alla presenza di Eva supplice. A sinistra sono due figure nimbate, da ritenersi i re profeti Davide e Salomone; a destra è il Battista, seguito da sedici profeti e da tre fanciulli biancovestiti. Ai lati, infine, sono due arcangeli, con labaro e globo crucisignato. Nel secondo registro è raffigurata la Deesis: Cristo, con le piaghe della Passione, è all'interno di una mandorla di luce e ai lati sono presenti la Vergine e San Giovanni Battista. Cristo inoltre è attorniato dagli Apostoli, tra i quali sono ben riconoscibili Pietro e Paolo. Al di sotto della mandorla, fra due dei quattro cherubini e due delle quattro ruote della Visione di Ezechiele, ha inizio il fiume di fuoco che attraversa il terzo registro e si getta nel quarto. Nel terzo registro è raffigurata l'Etimasia; il trono di Cristo è ricoperto da un drappo azzurro ed è sormontato da un'alta croce con corona di spine, una lancia e una canna con spugna, simboli della Passione. Due serafini e due arcangeli custodiscono la croce, mentre alla base del trono compaiono Adamo ed Eva adoranti. Nello stesso registro, ai lati dell'Etimasia, è raffigurata la Resurrezione dei Morti. A sinistra sono i morti della terra, i cui corpi sono simbolicamente restituiti da animali feroci, a destra quelli del mare, che vengono restituiti dai pesci alla presenza di Anfitrite seduta su un mostro marino. Completano la scena quattro angeli, due per parte, che danno fiato alle trombe ed un quinto che dispiega il cielo dell'Apocalisse. Nel quarto registro è visibile la Psicostasia, cioè la pesatura delle anime che vengono contese dall'Arcangelo Michele e da due diavoli. Seguono poi, a sinistra, la visione del Paradiso e, a destra, quella dell'Inferno. Nel Paradiso i beati sono suddivisi in quattro schiere: santi vescovi, martiri, monaci e sante donne tra le quali è riconoscibile Maria Egiziaca. Al di sotto dei beati, nell'ultimo registro, sono presenti l'arcangelo Michele e l'Apostolo Pietro, il Battista, la Vergine e, entro un rigoglioso giardino, Abramo con in braccio il Cristo circondato dalle schiere degli eletti. Nell'Inferno i peccatori sono rappresentati sotto forma di teste di re e regine, di monaci e vescovi, costretti a rimanere nelle fiamme alla presenza di Lucifero, che troneggia sul Leviatano e porta in grembo l'Anticristo. Più in basso, entro sei riquadri, sono raffigurati i vizi capitali: i lussuriosi sono fra le fiamme sino alla cintura, i golosi si mordono le mani, gli iracondi sono immersi in gelide acque, gli invidiosi sono semplici teschi con serpentelli che escono dalle cavità oculari; dalle teste degli avari spuntano fiamme e gli accidiosi sono simboleggiati da membra del corpo sparse. Al di sopra del portale d'ingresso, entro una lunetta, compare la Vergine orante; più in alto corre un'iscrizione.

Iconological description

Secondo Clementina Rizzardi l'intera composizione musiva della chiesa di S. Maria Assunta di Torcello illustrerebbe l'epopea umana e divina di Cristo, dalle origini al Giudizio finale (RIZZARDI 1985, Mosaici altoadriatici, p. 126). I tre fanciulli biancovestiti del Giudizio Universale sarebbero quelli ricordati nel Limbo virgiliano (RIZZARDI 1985, Mosaici altoadriatici, pp. 115-116). Per Irina Andreescu Treadgold vi sarebbe invece raffigurato il dogma dell'Incarnazione (ANDREESCU TREADGOLD 1972, Torcello I, p.193). Di analogo parere è anche Renato Polacco, che vede inoltre uno sviluppo del tema mariano attraverso l'Incarnazione, la Morte e la Resurrezione del Cristo (POLACCO 1984, La cattedrale di Torcello, pp. 47 - 62).