Decorazione musiva parietale di S. Michele in Africisco, Cristo fra gli arcangeli

Berlino, Bode Museum, mosaico absidale da S. Michele in Africisco, Cristo fra gli arcangeli, part.

Berlino, Bode Museum, mosaico absidale da S. Michele in Africisco, Cristo fra gli arcangeli, part.

SUBJECT

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Identification

Bode Museum, Berlino - Cristo fra gli Arcangeli

11 D : 11 G 18 3 : 11 G 18 4

Iconographic description

Su un fondo aureo che, nella parte inferiore, si tramuta in un prato verde ondulato, cosparso di fiori bianchi e rossi, spiccano tre figure intere in posizione frontale: Cristo, al centro, e due arcangeli. Cristo, dall'aspetto giovanile, è raffigurato in piedi; indossa un manto rosso-purpureo con gammadia, che gli copre la spalla e il braccio sinistri, una tunica di colore blu con clavio dorato e una tunichetta bianca con maniche lunghe. Il capo è cinto da un nimbo crucisegnato gemmato; con la mano destra regge un'alta croce gemmata, mentre, con la sinistra, velata, un codex aperto. La figura del Redentore è fiancheggiata dagli Arcangeli Michele e Gabriele, identificati da iscrizioni; entrambi hanno il capo nimbato e grandi ali bicrome abbassate, reggono una lunga verga aurea nella mano sinistra e alzano la destra in un gesto di acclamazione. Indossano una tunica chiara e sono avvolti dal pallio, drappeggiato in maniera diversa. Secondo Silvia Pasi, tale composizione teofanica deriva dall'iconografia bizantina: è perfettamente equilibrata e risponde alle leggi della simmetria e dell'isocefalia, mentre le tre figure sono legate tra loro da un rapporto puramente concettuale (PASI 1996, S. Michele in Africisco, S. Vitale, p. 178). L'arco semicircolare descritto dalla calotta absidale è decorato da un largo bordo con fondo scuro: vi sono raffigurati racemi vegetali intrecciati, tra i quali sono dieci colombe; al culmine dell'arco spicca, entro un medaglione, l'Agnello.

Iconological description

Secondo Clementina Rizzardi, Cristo ha l'aspetto di imperatore vittorioso (Christus Victor), acclamato dagli Arcangeli recanti la verga, simbolo di spirituale potenza: tutta la scena intende affermare in modo categorico non solo la vittoria militare sui Goti da parte dei Bizantini, ma anche e soprattutto il dogma della consustanzialità fra Padre e Figlio, nonchè quello della Trinità, propagandati fin dal 4. sec. da molti Padri della Chiesa, nell'ambito della lotta antiariana. Ciò è chiaramente evidenziato, rispettivamente, dall'iscrizione che compare sul codice retto dal Cristo e dalla presenza della gammadia sul suo pallio, che corrisponde al numero tre (VENEZIA E BISANZIO 2005, p. 245).